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AL DI LA' DELLA PORTA DI CASA: ORRORI ED ERRORI




Quando oltre 30 anni fa, all'età di 19 anni varcavo, per la prima volta, le soglie di uno studio psichiatrico nessuno avrebbe potuto mai pensare-soprattutto io-che un giovane appartenente alla media borghesia cresciuto in una normalissima famiglia potesse soffrire delle sequele di un disturbo da stress post-traumatico. Del resto, non ero un reduce di guerra nè ero mai stato deportato ad Auschwitz nè, tantomeno, ero stato in Vietnam. Eppure soffrivo di disturbi e sindromi molto simili ai soggetti che avevano vissuto esperienze traumatiche: insonnia ribelle, incubi ricorrenti, stati di angoscia, orrore, spavento e "assenze".
Certo, trent'anni fa le conoscenze cliniche e scientifiche non consentivano una diagnosi del genere ad un giovane che non aveva fatto... neanche il militare! Oggi di acqua ne è passata sotto i ponti della psicopatologia evolutiva sia con il sempre maggior credito scientifico che sia è conquistata la "Teoria dell'Attaccamento" di Bowlby sia attraverso le acquisizioni delle neuroscienze. Ma nonostante tutto, nell'ambito delle professioni di aiuto, vi è ancora un malcelato ostruzionismo rispetto alla realtà dei "veri luoghi dell'orrore" che possono diventare talune famiglie per i propri piccoli. In altre parole, se è vero che "tutti" sono concordi nel ritenere che i bambini vadano rispettati nelle loro istanze biologiche e relazionali, è altrettanto vero che di fronte a fatti-tutt'altro che disumani-cui siamo costretti ad assistere (anche attraverso le recenti storie di cronaca nera che vedono per "sfortunati protagonisti" bambini e adolescenti), siamo riluttanti o, quanto meno, accettiamo con "riserva" che alcuni contesti relazionali possono essere perniciosi per la salute mentale dei piccoli fino a poterne tarpare le ali quando non...la stessa vita. Basti pensare che l'APA (American Psychological Association) nel suo DSM V (manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali), sorda alle crescenti scoperte degli effetti del trauma evolutivo o complesso sulla salute e sullo sviluppo del bambino, continua imperterrita a non riconoscere questa realtà traumatica cui sono esposti tanti bambini e degli effetti invalidanti sul benessere personale e sociale.
E poi c'è chi continua a menzionare il "voltafaccia" che il buon Freud fece a proposito della "teoria della seduzione infantile" per abbandonarla a favore del bambino governato da impulsi e fantasie sessuali e aggressive, dando vita alla sua metapsicologia. Freud allora, oltre cent'anni fa, aveva numerose attenuanti, non ultima quella dell'ostracismo dell'ambiente culturale del suo tempo, quello "mitteleuropeo" in cui di giorno si "celebrava" l'innocenza dei bambini mentre di notte questi stessi erano fatti oggetto di tutt'altre attenzioni!! Mutatis mutandis, oggi le cose non sembrano di molto essere cambiate. Che ci siano "innominabili scheletri nell'armadio" oppure è necessario lasciar sopire i propri conflitti interni?
Probabilmente si pensa che non è possibile ciò che "non deve" essere possibile e che i casi di violenza e "orrore" domestico che assurgono agli onori della cronaca nera siano poche eccezioni e non rappresentativi della maggioranza della popolazione che, al contrario, vive in famiglie "normali" e "sane". D'altra parte, i ragazzi che danno vita alle "baby gang" composte di ragazzini di 12/13 nonché il bullismo sempre più dilagante (oggi anche "Cyberbullismo") devono pur venire da un qualche contesto familiare. Ma quale contesto? Aprite le porte di quelle case e scoprirete l'inferno in cui questi stessi "persecutori" e "bulli" sono costretti a vivere ridotti a meri oggetti e vittime di "sistemi familiari totalitari" (o agonistici) caratterizzati dal "potere" e dalla "prevaricazione" che i loro figli devono subire e che poi "replicano" all'esterno.
Vi assicuro, d'altra parte, che chiunque avesse osservato mio padre e mia madre avrebbe messo la mano sul fuoco sulla integerrimità delle loro condotte (esteriori), ma chiusa la porta di casa era un'altra musica. E che musica! Mia madre ostentava in pubblico la sua immagine (maschera sociale) di madre attenta e premurosa, ma dentro casa mio fratello ed io abbiamo vissuto nell'inferno, spesso chiusi a chiave perché non dovevano scendere nel cortile a giocare con i "ragazzacci" mentre a casa non potevamo giocare per non disturbare il suo riposo nè poteva cadere una goccia d'acqua a terra perché lei, presa dai suoi frequenti "accessi di collera", ci avrebbe picchiati e minacciati di abbandono quando non di suicidio.
Credo che oggi le cose non siano di molto cambiate, purtroppo. 
Non conviene ascoltare (per davvero) il grido di aiuto di quei bambini che non possono parlare, se non attraverso il linguaggio dei loro sintomi e del resto, finché i nostri figli dormono al sicuro nei loro letti...dove è il problema?

BIBLIOGRAFIA BREVE:
 - Bowlby- Una base sicura - Ed. Cortina (1988)
 - A. Miller - La persecuzione del bambino - Bollati Boringhieri (1987)
 -       "        - Il bambino inascoltato - Bollati Boringhieri (2010, terza edizione)
 - Hermann - Guarire dal Trauma - Ed. Magi (1992)
 - A. Verardo - Attaccamento traumatico - Ed. Fioriti (2016) 
 - B. Van Der Kolk - Stress traumatico - ed. Magi (1996)
 -        "    - Il corpo accusa il colpo - Ed. Cortina (2014)
 - Lyons-Ruth- Il trauma latente nel dialogo relazionale dell'infanzia - Ed. Borla (2012)
 - Fisher - Guarire la frammentazione del Sé - Ed. Cortina (2017)
 - L'impatto del trauma infantile sulla salute e sulla malattia - (2010)
 - K.H. Brisch - Disturbi dell'attaccamento - (2007)
 - Steele/Val Der Hart - la dissociazione traumatica - Ed. Mimesis (2016)
 - Cheli/Gambuzza - Il disturbo post-trauamtico da stress complesso - (2017)
 - S. Ferenczi - La confusione delle lingue tra adulti e bambini - (da "Opere", vol. 3/1932)




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