Ogni bimbo dalla
nascita ha una caratteristica cognitiva di grande valore evolutivo perché
funzionale alla sua crescita: l'egocentrismo cognitivo. Il primo a parlare di egocentrismo
cognitivo piuttosto che di "Narcisismo primario" di freudiana memoria
è stato lo psicologo svizzero, Jean Piaget che ha studiato lo sviluppo
cognitivo del bambino. Con questo termine si vuole mettere in evidenza il
"punto di vista" del bambino che si "pone al centro del mondo
affettivo e relazionale" nonché il primato del suo ego che è
l'osservatorio esclusivo e privilegiato da cui "interpretare" tutto
ciò che lo circonda. Questi assume e dà per scontato che gli altri e il mondo
in cui vive esistano in funzione del soddisfacimento dei suoi bisogni affettivi
e relazionali. Perciò il "suo punto di vista" diventa l' unico punto
di vista da cui osservare gli altri e il mondo.
Ciò premesso ne segue
che tutto ciò che, nel bene e nel male, accade nel suo mondo fisico e
relazionale è dovuto a lui e ai suoi comportamenti. In una relazione di
attaccamento sicuro il bambino sentirà di essere amato in virtù delle sue
proprie peculiarità comportamentali, arrivando a strutturare un senso di sé
come "amabile" e in grado di suscitare l' interesse affettivo degli
altri significativi. Tuttavia questo stesso egocentrismo lo porterà a
strutturare un senso di sé come "Non amabile" e di poco o alcuno
interesse per il suo caregiver( o figura di attaccamento) "a condizione
che" l' ambiente di crescita evolutivo non svolga quel ruolo, previsto
dalla natura, di cura e protezione. In altre parole il sostegno allo sviluppo
che offre chi si prende cura del piccolo è di fondamentale importanza per la
nascita di quella "sicurezza relazionale" da cui il bambino
alimenterà la propria autostima, il "valore affettivo" che ha per gli
altri significativi.
insomma la presenza di
un caregiver sicuro e disponibile sembra essere il fattore cruciale affinché il
bambino sviluppi, introiettando la sicurezza relazionale, una sicurezza
intrapsichica.
In altre parole la
"qualità" della relazione di attaccamento è essenziale perché il
bambino impari a regolare i suoi stati affettivi oltre a sviluppare la
sicurezza in sé e negli altri e nelle relazioni. Inoltre l' egocentrismo
cognitivo è un principio "economico" dello sviluppo cognitivo per cui
un bambino amato dalla sua figura di accudimento sentirà di essere amato tanto
ai tropici quanto all' equatore. E per lo stesso motivo un bambino con un attaccamento
insicuro sentirà di non essere amabile per nessun altro suo simile. Un buon
legame di attaccamento radica il senso di appartenenza e della propria
affiliazione al gruppo mentre la f.d.a. per il bambino è "l' altro da
sé" per eccellenza. Nei casi in cui le aspettative e i bisogni del piccolo
non trovano un adeguato rispecchiamento nella figura che si prende cura di lui,
allora l'adulto non supererà il proprio egocentrismo cognitivo, rimanendo
"fissato" a fasi dello sviluppo infantili. E del resto, il nevrotico
sembra essere sempre più legato e ossessionato ai suoi bisogni narcisistici
insoddisfatti che, però, sono "mascherati" rispetto alle esigenze di
affetto e riconoscimento. Inoltre il mancato superamento dell' egocentrismo
cognitivo è l' esito, più o meno marcato, di contesti di sviluppo che hanno
provocato ferite narcisistiche, quando non veri e propri traumi dello sviluppo,
esitando in disturbi della metacognizione per l' ostacolo relazionale posto
alla normale evoluzione dell' egocentrismo verso l' acquisizione di una
"teoria della mente". Cioè della convinzione per cui ci sono tanti
"punti di vista" per quante sono le persone che vivono sulla faccia
della terra. L' evidenza clinica più evidente in questi disturbi è l' incapacità
di assumere il punto di vista dell' altro ovvero di nutrire empatia. Un mancato
superamento dell'egocentrismo cognitivo si manifesterà con vari gradi di
disturbi del narcisismo. Questo si caratterizza per una eccessiva
considerazione di se stessi, per l' assenza di empatia, per la mancanza di
sentimenti autentici e per la ricerca eccessiva di "conferme" altrui
del proprio valore. Si può osservare quanto strumentale e oggettivato sia l'
altro per il narcisista.
BIBLIOGRAFIA
ESSENZIALE:
J. Flavell, Lo sviluppo
cognitivo nel pensiero di J. Piaget, Astrolabio (1978)
G. Liotti, Le opere
della coscienza, Cortina (2001)
G. Attili, Attaccamento
e costruzione evoluzionistica della mente, (2004)
Ronninghem, I disturbi
del narcisismo, Cortina (2004)
Bowby, Attaccamento e
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