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LA RELAZIONE DI ATTACCAMENTO



La relazione madre-bambino è detta 'primaria' perché non è solo la 'prima esperienza' che il bambino fa del suo 'essere in mezzo agli altri', ma anche perché queste stesse relazioni saranno alla base di tutte le successive relazioni dell'adulto, ex bambino. Ecco perché l'infanzia è sempre stata considerata la 'culla' di ogni uomo. La relazione primaria è detta 'relazione di attaccamento' dal momento che si costituisce, per via innata, per la soddisfazione dei bisogni del bambino di essere accudito e delle madre di dare accudimento. In questo senso il piacere di essere accudito da parte del bambino e il piacere della madre di prendersene cura sono 'reciproci' e complementari. La teoria dell'attaccamento di John Bowlby è una teoria scientifica dello sviluppo affettivo perché validata da studi empirici e sperimentali decennali nonché da evidenze cliniche. Nei termini della teoria dell'attaccamento(T.d.A.), Il genitore è colui che accudisce e che si prende cura del bambino(F.d.A.). Dal momento che la strutturazione e la formazione della personalità poggia appunto sul sistema biologico dell'attaccamento possiamo dire che un 'disturbo di personalità' adulto poggia sempre su un 'disturbo dell'attaccamento'. L'attaccamento è 'organizzato' per via innata frutto dell'evoluzione della specie ed è presente non solo negli umani, ma anche nei primati non umani e nei mammiferi ed ha un 'valore biologico di protezione'. Il 'prendersi cura' non concerne solo i bisogni fisiologici, ma soprattutto i bisogni di calore, contatto e protezione del piccolo. Le istanze affettive di aiuto e conforto quando il piccolo è in difficoltà nonché i bisogni di accettazione e rispecchiamento. Da questa relazione 'diadica' madre-bambino, dalla capacità della madre di porsi in sintonia con il piccolo, in una parola dal sapersi porre nei confronti del bambino come 'base sicura' si sviluppano i modelli cognitivi ed emotivi ( Modelli Operativi Interni o MOI) con cui il bambino costruisce il proprio 'mondo interno' e la 'realtà esterna'. In altre parole, i MOI si possono concettualizzare come una serie di 'schemi' con i quali ognuno di noi, a partire dalle prime esperienze relazionali, 'interpreta' e 'costruisce' Sé stesso, il mondo e la relazioni di Sè-con-gli altri. Perciò si tratta di aspettative e previsioni che sovraintendono al nostro modo di 'filtrare' la realtà interna ed esterna. Quando il legame affettivo, o di attaccamento, che si forma è fonte di piacere e sicurezza per il bambino, allora avremo un modello di attaccamento sicuro. Il bambino nutre delle aspettative fiduciose su di Sé e l'altro. Sente di essere amato e di essere amabile. Al contrario, il bambino coinvolto in una relazione di mancata sintonia con i suoi bisogni e le sue istanze, di mancata corrispondenza empatica in cui il genitore non si pone come specchio dei suoi bisogni affettivi e riconoscimento, come figura disponibile, si costruirà come insicuro, non amabile. In altre parole il bambino non è sicuro di ricevere conforto e protezione quando ne avrà bisogno. Avremo un attaccamento insicuro.


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