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LETTERA A ME STESSO





Come hanno potuto farti tanto male? Eri così piccolo e indifeso e non chiedevi che di essere amato e protetto. Come hanno potuto essere così crudeli e insensibili gli adulti che hai incontrato sul tuo cammino con te che eri solo un bambino e non chiedevi che di "esistere"? Come sei riuscito a sopravvivere alla "normalità" di tanto orrore? Quando tua madre, tradendo la tua fiducia, più di una volta, ti ha sprofondato nel dolore e nella solitudine, separandoti da lei più di una volta per poi riprenderti, manco fossi un pacco postale...come hai potuto sopravvivere?
E come hai potuto sopravvivere agli spaventi di una madre maltrattante, crudele e umiliante?
Per tanto tempo, piccolo Patrizio, hai portato dentro di te le ferite della tua infanzia negata e sacrificata e non avevi alcun mezzo di farti sentire. O meglio, l'unico linguaggio che avevi era quello dei sintomi che io disconoscevo combattevo. Per decenni mi parlavi, ma io non potevo comprendere preso com'ero dalla necessità di difendermi da tanto dolore e tanta sofferenza.  
Il tuo linguaggio era fatto di emozioni dolorose, di tristezza, solitudine, spavento e rabbia incomprensibili. Come potevo io comprendere che tu, piccolo mio, soffrivi così tanto?
Eri per me un nemico da combattere, zittire e misconoscere. Eri la parte di me che avversavo perché portatore di sofferenze che non volevo e non potevo nè vedere nè ascoltare. Eri l'altra faccia della luna, l'ombra, che sempre rifuggivo. Eppure...
Eppure poi ho capito che eri una parte di me che non poteva rimanere alienata perché la mia identità non può essere senza di te. E senza di te, non sarei come sono. 
Non chiedevi che di essere accolto e ascoltato. E non potevi che farlo nel solo modo che conoscevi: il dolore e la sofferenza che tanto gratuitamente gli altri ti hanno inflitto, tua madre per prima.
Ma, credimi, adesso hai trovato davvero chi ti ama senza condizioni; hai trovato chi senza di te non può che vivere una vita monca e raminga. Hai trovato, finalmente, chi ti accoglie e ti ascolta davvero, hai trovato chi si prenderà finalmente cura di te. Chi si inchina davanti al tuo immenso dolore incompreso e rifiutato. Oggi ci sei tu che patisci, ma il carico è più lieve se insieme a te c'è chi ti "com-patisce".  
Infatti chi potrà prendersi cura di te se non colui il quale senza di te non esiste?
Ti bacio piccolo mio,
tuo Patrizio.

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